Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/539

Da Wikisource.

canto

XXXI. 529

fiori, da cui, traendo il meglio, formano nell’alveare il mele: tutto ciò si applica agli angeli dell’ empireo. Le api pigre ed inutili si scacciano dall’alveare; gli angeli pravi furono scacciati dal Paradiso. le faccie aveano tuUedi fiamma viva avean tutti faccia ardente e rossa, ad esprimere l’ardente loro a- more di carità ei ali doro adenotare la loro prontezza ed instancabililà e i altro ed il restante di br figura tanto bianco che nulla neve a quei termine arriva tanto bianco che la neve in confronto sarebbe scura, e ciò per denotare la loro purità. Quando scendean nel fiore di bianco in bianco quando scendevano di sede in sede nel fiore porgevan della pace ci del ardore recavano pace ed amore eh dli acquistavan ventilando il fianco ch’ essi angeli acquistavano, battendo I’ ali in alto, o nell elevarsi a Dio; ne linterporsi tra I dLopra ci i fiore di tanta moltitudine volante impediva la vista e lo spiendore nè lo interporsi della volante moltitudine tra il di sopra ed il fiore, cioè tra il divin trono, eh’ era in alto, e la rosa che rimaneva sotto, impediva la vista e lo splendore del punto più luminoso che la luce divina ce penetrante per luniverso sicondo che e digno perché la luce divina penetra in ogni luogo secondo il modo di essere e la virtiì di ciascuna parte si che nulla le poi esser obstante sicché nulla può impedina, come abbiamo l’esempio ne’corpi celesti, che uno non toglie la vista dell’altro p. e. la luna non toglie di veder Saturno; e se tanto accade nelle cose corporee, quanto più nelle spirituali, questo sicuro e gaudioso regno frequente in gente antica et in novella havea viso et amore tutto ad un segno questo eterno regno di delizie, pieno di antiche, e di moderne genti aveva la vista e I’ amore diretti ad un punto solo. Dante al vedere quella pace, e quell’ amore non potè a meno di non ricordare la discordia ed i mali non solo della RAMBALDI — foI. 3. 34