Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/540

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3O PARADiSO sua patria, ma del mondo intero, e quindi si mosse ad implorare 1’ aiuto divino esclamando o trina luce o divinità inna ed una che scintillando in muta stella a lo,’ vista si li appaga che solo col tuo splendore appaghi la loro vista guarda qua giu a la nostra procdlla volgi lo sguardo misericordioso alla miseria di questo mondo. se i Barbari del Settentrione che una volta vivevano in miseri tuguri, e quasi in antri di fiere venendo di tal piaga che ciascun giorno d Elice si copre rotante col suo figlio ond ella ee vaga venendo da tal regione ogni giorno coperta dalla costellazione Elice, od Orsa maggiore, che si aggira vicina a Boote od Arturo suo figlio. Giove aveva stuprata Calistene, vergine seguace di Diana, quale da Giunone fu convertita in orsa, e la stessa poi, ed il figlio mutato in costellazione, quella Orsa maggiore, questi Orsa minore o Boote, quella col nome d’Elice, questi col nome di 4- r. Arturo veggiend.o Roma e 1 ardua sua opera visitando Roma e scorgendo i maravigliosi suoi edifizi stupefaceansi rimanevano stupefatti quando Laterano a le cose mortali ando di sopra quando Roma si fece la prima e più magnifica città del mondo. San Tommaso d’Aquino era solito dire che l’anima sua aveva tre desiderii di veder Roma in fiore — Cristo in carne —e di sentire l’apostolo disputante. — Laterano era in Roma un magnifico edifizio vicino a s. Marcellino, verso settentrione, e fu palazzo di Nerone secondo Martino. Augusto diceva di aver trovata Roma dipja, ma egli 1’ aveva rifatta di marmo: io che era venuto al divino dal umano dalla terra al cielo a I eterno daltempo da mondo mortale soggetto a tempo a luogo di eternità dove non è tempo e di Firenze il popol fusto e sano ironicamente, e quindi da Firenze che ha cittadini pazzi ed iniqui de che stupor doveva esser compiuto! da quale stupore doveva esser compreso! Pjì certamente dei