Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/63

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canto

111.

TISTO MODRRNO Quel Sol, che pria d’amor mi scaldò il petto, Di bella verità m’avea scoperto, Provando e riprovando, il dolce aspetto: E io, per confessar corretto e certo Me stesso, tanto quanto si convenne, Levai lo capo a profferir più erto. 6 Ma visione apparve, che ritenne A sè me tanto stretto per vedersi, Che di mia confession non mi sovvenne. 9 Quali per vetri trasparenti e tersi, O ver per acque nitide e tranquille, Non sì profonde che i fondi sien persi, 12 Tornan de’ nostri visi le postille Debili sì, che perla in bianca fronte Non vien men tosto alle nostre pupille, Tali vid’io più facce a parlar pronte: Per ch’ io dentro all’ error contrario corsi A quel, ch’accese amor tra l’uomo e il fonte. 18 Subito, sì com’ io di br mi accorsi, Quelle stimando specchiati sembianti, Per veder di cui fosser, gli occhi torsi, 21 E nulla vidi, e ritorsili avanti Dritti nel lume della dolce guida, Che sorridendo ardea negli occhi santi. 24,