Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/85

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canto

IV. 7S

Dante colpito dallo splendore di Beatrice si trattenne dal fare le ricerche sopraddette, non sapendo da quale incominciare libero homo posto a mensa pria se morria di fame prima mancherebbe per fame che recasse I un ai denti anziché mettersi un cibo alla bocca mira due cibi che avesse davanti uguali in bontà distanti ugualmente e moventi d un modo uguali ed eccitanti egualmente l’appetito: un agno si si starebbe un agnello starebbe in ugual mcdo mira de bramedi feri lupi vicino a due lupi egualmente fra loro distanti ugualmente temendo di fuggir dall’uno piuttosto chedall’altro;un cane si si starebbe mira due dame un cane starebbe in forse di sbranare l’una o l’altra capriola. il Poeta rispetto al libero arbitrio dice in questo luogo alcune cose che non sembrano vere. Aristotile ed Ovidio sembrano tener per possibile che si possano egualmente amare due bellissime donne, quando siano egualmente colte e spiritose, e trovatisi essi nel caso, affermano che non sapevano 1’ una all’altra anteporre. Cado primo re di Sicilia fu preso d’amore in Napoli per due figlie di un fiorentino, che messe insieme, non potevasi I’ una distinguere dall’altra, e gli sembrava vederne una in due e due in una. Nella smania dell’ amor suo pensò di rapino ambidue; ma nim proverato da Guido di Montefeltro rinvenne da tale smania, ed onoratamente maritò e dotò 1’ una e i’ altra, per eh io non mi riprendo ne comendo il perché io non mi accuso nè mi lodo s io sospinto da li miei dubbi se trattenuto dalla mia incertezza d un modo egualmente io mi tacea poich era necessario sospinto da contrari dubbi mi tacea, perchè ciò era di necessità: io mi taeea colla lingua ma il mio disir interno m era dipinto era palese e il dimandar con elio e le inchieste conformi mostravansi nel viso nel volto assai piu caldo