Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/396

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C A N T O     XVII.

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1Ricorditi, Lettor, se mai nell’alpe
     Ti colse nebbia, per la qual vedessi
     Non altramente che per pelle talpe,1
4Come, quando i vapori umidi e spessi2
     A diradar cominciansi, la spera
     Del Sol debilemente entra per essi;
7E sia la tua imagine leggiera3
     In giungere a veder com’io rividi
     Lo Sol in pria, che già nel corcar era.
10Sì, pareggiando i miei coi passi fidi
     Del mio Maestro, usci’ fuor di tal nube
     Ai raggi morti già ne’ bassi lidi.4
13O imaginativa, che ne rube
     Tal volta sì di fuor, ch’om non s’accorge,5
     Perchè d’intorno suonin mille tube,
16Chi muove te, se ’l senso non ti porge?
     Muoveti lume che nel Ciel s’informa,
     Per sè, o per Voler che giù lo scorge.

  1. v. 3. C. A. altrimenti
  2. v. 4. C. M. Come e quando
  3. v. 7. C. A. E fia
  4. v. 12. C. A. giù
  5. v. 14. om non s’accorge. — Gli antichi adoperavano di frequente la parola uomo ad articolo indeterminato. E.