Pagina:Commentarii di m. Galeazzo Capella delle cose fatte per la restitutione di Francesco Sforza secondo duca di Milano.djvu/18

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cagione s'erano raffreddati a dare aiuto al Re, Contra il quale non solamente il Papa, ma Dio ancora pareva che l'arme pigliasse. In questo mezzo venne nuova come Manfredi Palavisini accompagnato da Giovanni per sopranome stolto, homo in quelli paesi di grandissima fama, con gente Tedesca per il Lago di Como veniva alla volta di Como: la qual cosa non messe poco terrore a Franzesi, come quelli che pensavano che tale cosa non si dovesse fare, se prima gli animi de Comesi non fusseno stati alla rebellione sollecitati. Ma non si potendo provedere presidio, che fusse a tempo, non restava loro altro partito, che lasciare la guardia della terra alla diligentia et industria di Gratiano Garro che n'era governatore. Non inganno costui l'opinione, che li fuori, havevano di lui concetta. Perché celebrando egli fuori della citta la festa di San Giovanni Battista, tosto ch'egli intese come le genti nemiche arrivavano, se ne torno nella terra: et distribui le guardie a torno alle mura, pigliando di quelli, i quali haveva conosciuti essere al nome di Francia affettionati. Ne 'l Palavisino differi l'appressarsi alla citta, fondatosi sopra le parole di Benedetto Rumo da Como, il quale gli affermava essere rimaso d'accordo con Antonio Rusca ch'egli di notte ad uno tempo determinato tanto spatio delle mura della terra da quella parte, alla quale egli habitava vicino di dentro rompesse, quanto bastasse a ricevere uno huomo armato. Et cosi sperava d'occupare la terra per inganno prima che i Franzesi, i quali erano molto pochi alla guardia di quella, se ne accorgesseno. Ma la cosa procedette in altra maniera. Perché non havendo ne 'l Rusca ne alcuno altro secondo la conventione fatto il cenno, et il Palavisino tratenuto da falsa speranza, collocata ch'egli hebbe la fanteria fuori dalle mura, con quell'ordine et in que luoghi, che a proposito li parse, stanco pel cammino essendo