Pagina:Confessioni d'un scettico.djvu/142

Da Wikisource.
138 confessioni d’un scettico

un germe gittato in un campo non ben disposto. Lasciale dunque trastullarsi co’ loro Dei; la verità non è fatta per esse; se tu chiudi le vie dell’oltretomba nelle quali si dilatino le speranze di coloro che soffrono le ingiustizie della vita, risveglieresti una ribellione di spiriti disonesti e selvaggi. Qualche volta il vero è improvvido, ed improvvidi i suoi apostoli che vorrebbero propagarlo quando la stagione è acerba a riceverlo. La demenza dominerà forse per sempre nel cervello umano, nè tu potresti scongiurarla colla esperienza del vero.»

So tutto questo; ed anch’io mi rassegnerei qualche volta alla servitù miseranda che aggioga le moltitudini a’ dogmi falsi, ed imprime negli organi il vile abito d’ una fede che strozza in culla ogni ardimento magnanimo della ragione; anch’io sorrido qualche volta dell’ignoranza che si converte in rivelazione di Dio. E poi sento venirmi su ruggendo dal profondo dell’anima mia