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la siesta. | 111 |
zampilli appariva fuor del fogliame, scompariva, riappariva, con vari giochi; e alcuni zampilli bassi producevano nei fiori e nelle erbe un fruscio e uno scompiglio singolari, sembrando bestie vive che vi corressero a traverso o vi pascolassero o vi scavassero tane. Li uccelli, invisibili, cantavano.
Donna Laura, seduta sotto la pergola, meditava.
Ella era una donna già vecchia. Aveva il profilo fine e signorile; il naso lungo, lievemente aquilino, la fronte un po’ troppo ampia, la bocca perfetta, ancora fresca, piena di benignità. I capelli, tutti bianchi, le si piegavano su le tempie e le facevano intorno al capo una specie di corona. Doveva essere stata molto bella, nella gioventù, ed amabile.
Era venuta da due soli giorni in quella casa solitaria, col marito e con pochi servi. Aveva rinunziato alla villa magnatizia che sorgeva, sopra un colle del Piemonte, abituale soggiorno estivo; aveva rinunziato al mare, per quella campagna deserta e quasi arida.
‟Ti prego, andiamo a Penti,” aveva detto al marito.
Il barone settuagenario era rimasto da prima un po’ sorpreso e stupefatto, a quello strano desiderio della moglie.