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IL DARWINISMO NELLA VITA E NELL’ARTE


Quando ho letto le opere di Carlo Darwin, l’ammirazione per l’uomo è stata tanto grande, quanto quella per lo scienziato. Gli è che non ho ritrovato in lui né orgoglio, né vanitá, né invidia, nessuna di quelle piccolezze che offuscano l’anima di tanti uomini eccelsi. Di una modestia e di una temperanza singolare, egli ha sempre usato il massimo rispetto per i propri avversari; non ha cercato d’ingrandire il valore scientifico della legge di selezione, da lui scoperta; ha sempre citato largamente le fonti donde ricavava i suoi argomenti e ha finito l’opera sua con queste parole memorabili: «Le prove delle mie teorie scientifiche sono incontestabili, ma io sarò felice ove mi possa essere dimostrato il mio errore».

Ma è, oltre lo scienziato e l’uomo, il filosofo che ha destato in me ammirazione. Darwin è stato il direttore del pensiero scientifico di questa metá di secolo: è stato la forza dirigente dello spirito moderno. In quanto che una dottrina non si considera solo in sé, ma nella sua influenza sociale: molti possono ignorare la dottrina di Darwin, ma non si sottraggono alla sua influenza nella vita e nell’arte.

E questa influenza è benefica. Darwin ha ritirata la mente dell’uomo dai concetti astratti e l’ha portata al concetto effettuale del Machiavelli e del Galilei. Col metodo sperimentale, egli ha sostituito il laboratorio, dove tutto cammina alla veritá, alla solitudine del gabinetto di studio, dove l’uomo è indifeso contro

F. de Sanctis, La poesia cavalleresca. 2i