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versioni e comenti di liriche tedesche 203

con una trasformazione sociale. Hölti ci fa una poesia, all’antica, tutta immagini; ma, accanto a questa, trovate le poesie sentimentali di Schiller, le poesie filosofiche di Goethe; tutte le forme, tutte le maniere, il sentimento e il concetto, la spontaneitá e la riflessione, l’ironia e l’umore si mescolano e si confondono.

De’ versi di Hölti non si vuol, dunque, cavare alcuna induzione, sullo stato della poesia lirica, in Alemagna: essi sono sé e solo sé. Ma non basta. Questi versi non sono, neppure, l’espressione di un animo commosso, di una fantasia esaltata dallo spettacolo della natura. Sono versi su di un tema generale, come si fa nelle scuole. Il poeta non prende la sua ispirazione in mezzo a’ campi: non si trova in uno stato poetico di animo. Quindi, la generalitá di questa poesia: nessun colore locale, niente che ti dia una immagine, anche abbozzata, di monti, di fiumi, di clima, di frutta, nessuna impressione, che ti riveli la personalitá del poeta: la diresti scritta dovunque e da chiunque. Si si vede, piú, un critico, un uomo di buon gusto, che un poeta, nel fervore dell’estro. Hölti l’ha scritta, nella sua camera, lavorando a freddo, scaldando, artificialmente, la fantasia, serbando, scrupolosamente, tutte le regole dell’arte. È una prova di piú della vanitá delle regole.

Ha voluto fare una poesia antica, porsi in una situazione bilica. Nessun concetto; il pensiero è rinchiuso nel sentimento. La vista de’ campi alza lo spirito a Dio. È difficile, che, oggi, il poeta dica questo, senza darci una forma filosofica. L’autore lo esprime come sentimento:

                               Qui ei ti sente, o Dio;                               

o lo involve, in una immagine:

                               Gli parlan di virtú, parlan di Dio.                               

Il sentimento stesso è, sovente, un sottinteso, che si sveglia, nell’animo del lettore, dalle immagini, abilmente scelte ed aggruppate. Uno de’ sentimenti piú generali della poesia tedesca