Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. I, 1952 – BEIC 1803461.djvu/96

Da Wikisource.
90 saggi critici

morso de’ rei; e come un predicatore dal pulpito ei si volge con tre apostrofi a’ tre; e rammenta al prete, quando diceva messa e assisteva i moribondi e benediceva e battezzava e predicava; e rammenta al magistrato, quando sentenziava e librava il torto e la ragione; ed al soldato, quando cavalcava e combatteva e marciava; tutto questo è detto in versi risonanti, ma tutto questo non è che ricordare a ciascuno la sua professione. Questo è rettorica. Ma vi è poesia, quando il prete è invitato a cantare la messa da morto, ed il magistrato a investigare le tracce e gli omicidii, ed il soldato a cercarli; bella concezione, piena di veritá e straziante. Il rimorso qui non è una astrazione ornata di fiori rettorici, ma vive nell’intimo stesso dell’azione; e le parole de’ tre, in apparenza insignificanti, rivelano un sentimento ineffabile d’angoscia; in quell’azione e in quel sentimento vi è giá il rimorso senza che il poeta lo dica e senza che essi lo sappiano: questo è poesia. Nella terza parte è il pentimento de’ rei: di che ci è appena uno schizzo in poche parole. Il poeta non ne ha capita l’importanza. Qui è la catastrofe vera della poesia e il suo alto significato, e l’autore, in luogo di mostrarci un angiolo vanitoso, che scende a garrire con Satana per godere del suo trionfo, e con un’aria di vanteria gli dice: — Mi conosci? sai che feci? ecc. — , dovea mostrarmelo operoso accanto a’ giusti, essendo esso il contrapposto di Satana, il principio del bene che risorge e vince. E se il poeta, stanco di fantasmi e di simboli, volea ciò rappresentarmi umanamente, sia pure: e gli si porgeva una occasione unica di poesia altamente cristiana, che gli avrebbero invidiata Chateaubriand e Manzoni, alla quale rimase inferiore Milton nel suo secondo Paradiso, e che è la gemma del Purgatorio dantesco. Chi non ricorda l’incontro di Dante e di Beatrice, e la confessione e il pentimento di Dante? Anche colá il poeta si avvolge in mezzo a simboli: ma di sotto a quelli esce fuori l’umana natura con una veritá ed una magnificenza, che si lascia dietro di gran tratto ogni imitazione moderna.

L’ultima notte un monaco pietoso
Cogli uomini parlò.