Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. II, 1952 – BEIC 1804122.djvu/223

Da Wikisource.

l’ultimo de’ puristi 2i7

venti anni di lontananza e d’ingrato oblio, o piuttosto di dimenticanza : conciossiaché secondo il marchese Puoti «oblio» sia parola da usare solo in poesia, e di rado e con molto riserbo in prosa.

Ora dovete sapere che leggendo m’è avvenuto un caso strano, o piuttosto uno strano caso, per iscrivere con piú eleganza: ed il caso è questo, che in luogo di seguitare il chiaro Autore nelle sue dotte elucubrazioni ed investigazioni, m’interrompevo spesso, e correvo con la mente la, in quella scuola, e mi veniva innanzi il marchese e tanti cari compagni, e molti curiosi fattarelli, e non c’era verso di ravviare l’attenzione. Sicché, letta non senza fatica e con molte distrazioni ed errori d’immaginazione la prima e la seconda e la terza introduzione, e non vedendo ancora l’Autore entrato in cammino, mi son messo a scartabellare in qua e in lá, soprattutto dove il dotto professore ragiona dei nostri piú celebri scrittori, di Machiavelli, di Guicciardini, di Sarpi, di Vico; né mi è stato possibile di far poi una lettura ordinata, come pur si conviene chi vuol darne giudizio.

La colpa non può essere del libro, considerando come gli scolari di Pisa hanno pur potuto sentirselo recitar dalla cattedra tutt’intero; sicché sono meritevoli di passare in proverbio e che si dica : — Paziente come uno scolare di Pisa — . La colpa dee essere tutta mia, che fin dal principio ho preso mala via, e mi son fatto venire in capo quel benedetto marchese Puoti, e quella scuola e quelle impressioni, e tante ricordanze della prima etá : ond’è che, fittamisi bene addentro quella immagine, non trovo piú modo di mandarla via, e la vedo li, sempre li, tra le righe del libro. Poiché dunque la non vuole andar via, il meglio è mandar via il libro ed ubbidire a quella, e fare il voler suo. Per la qual cosa prendo per ora commiato da voi, signor Ranalli, con tante scuse, e corro lá dov’ella mi grida e mi accenna.

E indietro indietro, ecco mi trovo in sullo scorcio del terzo decennio di questo secolo: quando gli uomini del ’2i erano giá la generazione che passa e sorgevamo noi altri, giovanotti da