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l’uomo del guicciardini 5

mazia moderna. Strazia veder tanta sapienza con tanta impotenza. Vedevano le nazioni vicine salite a grande potenza per «i buoni ordini e le buone armi», e soprattutto per avere raccolte tutte le membra dello Stato sotto un solo indirizzo. E tentarono qualcosa di simile in Italia. Indi la serenissima lega di Lorenzo, e le leghe e controleghe di Giulio, e, fallito il tentativo di stringere in una forza sola gli Stati italiani, e avendo giá lo straniero dentro, per cacciar via uno, chiamare gli altri. Indi le proposte di milizie nazionali per uscir di mano a’ condottieri, e certi «ordini di governo misto» che tenessero in qualche equilibrio gli ottimati e il popolo. Ciò che presso le altre nazioni era il naturale portato della storia, in Italia erano combinazioni artificiali d’ingegni sottili. E nulla riuscí. Leghe italiane poco stabili, perché leghe di principi, e sulla base mobile degl’interessi. Leghe con forestieri fecero dell’Italia il campo chiuso di tutte le cupidigie e di tutte le insolenze, ed ebbero quella fine che dice il Guicciardini, al quale pare ragionevole «che in qualcuno sia per rimanere potenza grande, il quale cercherá di battere i minori e forse ridurre Italia sotto una monarchia». A milizie nazionali si pensò troppo tardi, quando i condottieri erano giá i padroni, e il paese era corso da fanti svizzeri e spagnuoli e da lanzichenecchi e stradioti e gente d’arme. Né i «buoni ordini» poterono ottenere tanta concordia de’ cittadini, che le fazioni smettessero di chiamar gli stranieri, si che, miserabile spettacolo, tutti li odiavano, e tutti li chiamavano. Perciò nessuna propria e nazionale resistenza fu possibile, e l’Italia, come si disse, fu «conquistata col gesso».

Il problema dunque ti ritorna innanzi lo stesso. Mai non si vide tanta sapienza e cosí alta intelligenza quanta trovi allora nei grandi uomini che avevano in mano le sorti del paese, politici, filosofi, letterati, artisti, le cui opere riempiono anche oggi il mondo di ammirazione.

L’Italia, scrive il Guicciardini nel principio della sua Storia, ridotta tutta in somma pace e tranquillitá, coltivata non meno ne’