Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. III, 1974 – BEIC 1804859.djvu/182

Da Wikisource.
i76 saggi critici


Non può pigliarsela con la scienza, se la piglia col ciarlatano:

                                         Chiddu di testa sharia,
Chi a nudda cosa è bonu,
Chi fa casteddi in aria,
E nesci fora tonu;
     Chi teni un capitali
Di filastrocchi a menti,
Chi parra o beni o mali,
A sturdiri li genti;
     Chi oltramuntani cita
Oturi aspru-sunanti,
Chi a ’na vucali unita
Cci ánnu sei consonanti; (Ilaritá)
     Chi ’mpugna e disapprova
Li cosí stabiliti,
E a modu so rinnova
Liggi, costumi e riti;
     Chi cu Platuni pubblica.
Quasi ’ntra ’na pinnata,
’Na florida repubblica
Da stari in scaffarrata  .  .  .
               

Sono questi, cornacchie in penne di pavone, fantastici d’intelletto, che mai «vidinu nettu», occupati da’ fantasmi interni,

                                         E chisti li producinu
Cu entusiasmu tali,
Chi a cridirli v’inducinu,
S’avviti pocu sali.
               

Questo ritratto colto dal vero, cosí pieno di sale, con tanta evidenza di caricatura, cosí plastico, si trova nella bella lettera a don Giacinto Troisi.

L’eroe di questa scienza astratta e fantastica, che fa castelli in aria e scambia i mulini per giganti, e vive tra le nubi e non tocca terra, è il suo Don Chisciotti, altro che quello del Cer-