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giovanni meli i77


vantes
, pure tenuto comunemente una imitazione di quello. Ma il romanzo del Cervantes è immortale e questo del Meli, ancoraché vivacissimo e immaginoso, è in oblio. Il poema del Cervantes è la fine del Medio evo, è l’apparire del mondo moderno, è un concetto cosmico, una pietra millenaria nella storia del mondo. Quello del Meli è un concettino, che vuol colpire la scienza ne’ suoi ciarlatani, ne’ suoi don Chisciotte, in quelli che Napoleone chiamava ideologi: un concettino che potrebbe esser base di un capitolo, troppo inadeguato a un poema. Ed era a ritroso del secolo, perché ciò che interessava quel secolo, era la grandezza della scienza che pigliava possesso del mondo, e non la sua caricatura, la sua farsa. (Approvazioni)

Il vero capolavoro satirico è l’Origini di lu munnu. È la caricatura de’ diversi sistemi filosofici sull’origine del mondo, e la mira è all’ultimo sistema, derivato da Spinoza, sviluppato e rimpastato da Micelli, e accennato anche nell’Enciclopedia:

Dieu a tiré l’Univers de sa propre substance... en sorte que le dernier jour du monde ne sera autre chose que la reprtse générale de tous ces restes, que Dieu avait ainsi tiré de lui même.

Giove chiama a concilio i figli per formare il mondo: e ciascuno fa la sua proposta, e non è che un sistema filosofico in caricatura. Infine Giove, dopo di aver molto riso a spese de’ figli, espone il sistema della sostanza unica, e come tutto è lui, tutto viene da lui, e conchiude:

                                         Via dunqui armu e curaggiu, picciuttazzi.
Stiratimi sta gamma ch’Eu vi stennu,
E vidiriti, poi gnurantunazzi,
Un prodigiu ridiculu e stupennu.
Cusi dittu, li figghi comu pazzi,
A dda gamma s’afierranu currennu,
E tirannu e stirannu, finalmenti
Si forma lu cchiti bellu continenti.
     Eccu l’Italia chi fu l’anca dritta
Di Giovi, e fu regina di la terra.