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l’uomo del guicciardini 23


Questo linguaggio di servitori e di mercanti mostra qual era allora la saviezza de’ popoli italiani, e che cosa è l’uomo savio del Guicciardini. Non c’è spettacolo piú miserevole di tanta impotenza e fiacchezza in tanta saviezza.

La razza italiana non è ancora sanata da questa fiacchezza morale, e non è ancora scomparso dalla sua fronte quel marchio che ci ha impresso la storia di doppiezza e di simulazione. L’uomo del Guicciardini «vivit, imo in Senatum venit», e lo incontri ad ogni passo. E quest’uomo fatale c’impedisce la via, se non abbiamo la forza di ucciderlo nella nostra coscienza.

[Nella «Nuova Antologia», ottobre i869.]