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avvicinandosi al rogo. Eran detti anche «novatori», titolo d’infamia, che è divenuto il titolo della loro gloria.

Nel i599 Bruno era giá nelle mani dell’Inquisizione e Campanella nelle mani spagnuole. Nel primo anno del Seicento Bruno periva sul rogo e Campanella aveva la tortura. Cosi finiva l’un secolo, cosi cominciava l’altro. — «Tu, asinus, nescis vivere — dicevano a Campanella amici e nemici: — ne loquaris in nomine Dei». — E lui prendeva ad insegna una campana, con éntrovi l’epigrafe: «Non tacebo». Anche Bruno diceva di sé: «Dormilantium animorum excubitor». La nuova scienza sorge come una nuova religione, accompagnata dalla fede e dal martirio. «Philosophus — diceva il Pomponazzi per esperienza propria — ab omnibus irridetur, et tamquam stultus et sacrilegus habetur; ab inquisitoribus prosequitur, fit spectaculum vulgi: haec igitur sunt lucra philosophorum, haec est eorum merces». Pure, questi uomini nuovi, derisi, perseguitati, spettacolo del volgo, avevano una fede invitta nel trionfo delle loro dottrine. L’accademia cosentina di Telesio avea per impresa la luna crescente, col motto: «Donec totum impleat orbemn». Bruno, perseguitato dal suo secolo, diceva: — La morte in un secolo fa vivo in tutti gli altri. — Campanella paragona il filosofo a Cristo, che il terzo giorno, spezzando la pietra, risorge. Il carattere era pari all’ingegno. Dietro al filosofo ci era l’uomo.

Telesio è detto da Bacone il «primo degli uomini nuovi». Ma la novitá era giá antica di un secolo; e Telesio, che aveva fatto i suoi studi a Padova, a Milano, a Roma, professato a Napoli, quando, stanco di lotte e di persecuzioni, deliberò di ritrarsi nella nativa Cosenza, vi portò il motto del pensiero italiano, la «filosofia naturale», fondata sull’esperienza e sull’osservazione. Il suo merito è di avere esercitata una seria influenza intellettuale tra’ suoi concittadini e di aver fondata sotto nome di «accademia» una vera scuola filosofica. Come Machiavelli, cosi egli non segue altro che l’osservazione e la natura; «poiché la sapienza umana è arrivata alla piú alta cima che possa afferrare, se ha osservato quello che si presenta a’ sensi, e ciò che può esser dedotto per analogia dalle percezioni sensibili». Sincero,