Pagina:Deledda - Colombi e sparvieri, Milano, 1912.djvu/146

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II.


Columba corse ad aprire il portone e il nonno smontò con agilità.

— Nonno, le donne dicevano che Innassiu Arras è già tornato, — ella annunziò aiutandolo a scaricar le bisaccie una delle quali era colma di fieno fresco.

Ma il vecchio non rispose. Mentre egli conduceva il cavallo nel cortiletto e gli riempiva d’erba la mangiatoia, Columba trasse dall’altra bisaccia la forma del cacio fresco ancora stillante di siero e la ricotta stretta in un vaso di legno ricoperto da foglie di asfodelo. Anche Banna accorse per salutare il nonno, e per riferirgli le chiacchiere delle donne a proposito del ritorno di ziu Arras; ma egli, che s’era levato il cappotto e lo aveva appeso ad uno dei piuoli del portico, sedette davanti al focolare, dritto sul busto di cui il corpetto di velluto nero agganciato da un lato disegnava le forme ancora svelte e dure come quelle di un uomo molto giovane, e scosse due volte di sotto in su la testa ruvida con un moto di disprezzo.

— Quel poltrone è tornato? Ben tornato sia; un fannullone di più in paese!

Columba apparecchiava il canestro col pane, con la ricotta, con un piatto di insalata; smaniava di raccontare al nonno tutto ciò che sapeva, ma non voleva parlare davanti a Banna, certa che ne sarebbe nata una discussione sgradevole. Tacque anche quando la sorella riferì al vecchio le notizie del paese, e che il dottore aveva spaventato la sua serva, e che Giuseppa