Pagina:Deledda - Colombi e sparvieri, Milano, 1912.djvu/150

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di cambiare il mondo incanutirai prima del tempo. Tu fa l’affar tuo, senti, e cerca solo l’approvazione della tua coscienza; e se la coscienza non ti rimprovera nulla, tu va avanti e pensa: se la gente parla male di me segno che mi crede felice!

Sputò sulla cenere, accavalcò le gambe e incrociò le braccia in atteggiamento solenne e fiero: pareva un vecchio eroe che durante la sua vita avesse compiuto solo azioni magnanime e sprezzato l’opinione pubblica. Però la sua mano destra continuava a tremare.

Columba mormorò:

Ma la mia coscienza non è tranquilla, babbu Corbu! lo ho sempre paura che ci siamo ingannati.... Anche oggi ho cercato... E se i denari fossero in casa? Se li ritrovassimo, babbu Corbu? Come sarei contenta! Così egli non direbbe più che lo abbiamo calunniato e fatto ammalare noi....

Il vecchio non rispose; ma ella sollevò il viso pallido e per un attimo si fissarono negli occhi come avversari pronti a colpirsi.

— Columba, — egli disso stringendo i denti, — tu diventi pazza. Parliamoci chiaro una volta per sempre. Io non ho calunniato nessuno, e se tu pronunzi un’altra volta questa parola io ti rompo il battesimo col mio bastone. Ma non voglio litigare; ascoltami. Nel primo momento dopo il fatto, nel primo impeto di rabbia io posso aver pronunziato il nome di quell’infelice; ma dopo.... perdio, dopo, chi lo ha più cercato? Sono andato forse a denunziarlo? Ne ho forse parlato con nessuno? Se la gente lo teneva così in poco conto da crederlo capace di tanto, che colpa ne ho io?

— Voi vi ridevate di lui. babbu Corbu; Banna sorella mia che ha la lingua come quella dei