Pagina:Deledda - Colombi e sparvieri, Milano, 1912.djvu/151

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serpenti, parlava male di lui con le vicine; e a poco a poco, giorno per giorno, siete stati voi due a creare la sua cattiva fama.

Il vecchio sollevò il bastone.

— Percuotetemi pure, rompetemi la testa! ella disse con ira crescente. — Ma prima devo parlare. Egli è innocente e noi lo abbiamo calunniato.... noi. sì, noi, perchè anch’io ho parlato contro di lui.... e la gente lo sa e comincia a rendergli giustizia. Verrà, giorno che tutti grideranno contro di noi e diranno: essi lo hanno ucciso, lo hanno attirato a casa loro come in una imboscata, l’hanno colpito a tradimento perchè lo odiavano....

Il nonno riprese la sua calma selvaggia.

— Lo hai attirato tu, non io! Sei tu che gli hai aperta la porta di notte, e te lo sei preso nella tua camera come una donna perduta. Perchè hai fatto questo? Io dovevo romperti la testa, allora, non adesso; sono invece stato vile e ti ho lasciato fare quello che volevi. Perché eri orfana, e tua madre è morta raccomandandomi di trattarti bene! Ah, no, una donna che di giorno tace e alla notte apre la porta al suo amante, non è donna da trattarsi bene! Al diavolo chi crede in lei! Essa è la rovina della casa; e tu, tu sei stata la rovina della mia!

Col bastone le toccò due volte la testa, ed ella cominciò a tremar tanto che non riusciva più a parlare.

— Taci, adesso? Ah, sono io che l’ho attirato in casa? Dilla ancora questa parola stolta! Se tu hai perduto la memoria peggio per te; io non sono rimbambito. Era lui che ci odiava, il pezzente calzato, e che voleva ridersi di noi: non è stato lui a lasciarti? Se tu non lo accoglievi in casa e non gli dimostravi di essere una donnicciuola da nulla, egli ti avrebbe rispettato. La