Pagina:Deledda - Colombi e sparvieri, Milano, 1912.djvu/204

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ho riso. Seggo e stacco alcuni acini da un grappolo, ed ecco subito vedo ai piedi del monte stendersi il mondo, e vedo nell’interno delle case, e vedo gli uomini e ciò che hanno in tasca. Fra gli altri vedo me steso su questo letto, e tu davanti con la bisaccia dentro la quale c’è la cassettina dei denari rubati a zio Remundu Corbu.... Intanto San Francesco dice: vedi perchè non puoi arrivare alla porta del cielo? Perchè lasciavi entrare in casa tua un peccatore simile....

A misura che Jorgj parlava il mendicante sgranava gli occhi e aggrottava le sopracciglia selvagge; il suo viso esprimeva la meraviglia, ma anche un po’ l’ironia e lo sdegno.

— Sant’Anna ti aiuti, — disse allontanandosi come per andarsene, — chi ti ha messo quest’idea in testa?

Si fermò in mezzo alla stamberga, volgendo il viso come per ascoltare ciò che il malato diceva; ma Jorgj non parlava e solo continuava a fissarlo ammiccando come per fargli capire che sapeva tutto.

All’improvviso il mendicante parve cambiar idea e si riavvicinò al letto: il suo volto era diventato terreo, le sue grosse mani nerastre si contorcevano come artigli. Jorgj ebbe paura.

— Dionì.... Dionì.... che fai? — gridò coprendosi il viso col lenzuolo.

In quel momento fu picchiato lievemente alla porta socchiusa del cortile e l’uomo cadde in ginocchio presso al letto come per non venir sorpreso nella sua attitudine minacciosa.