Pagina:Deledda - Colombi e sparvieri, Milano, 1912.djvu/263

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— Banna, — disse sottovoce, perchè già in fondo alla scala appariva qualche viso curioso, — ti vorrei domandare un piacere....

— Parla, sorella mia, parla!

— Sentimi, io me ne vado ed è come che sia morta davvero; non tornerò più qui. Ma tu e babbo Corbu.... diglielo, sai... tu e lui non tormentate più quel disgraziato.... Restituitegli la fama.... e se muore fatelo accompagnare dal prete e dalle confraternite.... e fategli dire la messa cantata.... pagherò tutto io....

— Columba.... sorella mia.... — cominciò Banna battendosi i pugni sulle anche; ma non proseguì: la sposa era già in fondo alla scala e diceva a voce alta:

— Addio, addio; statevi bene e venite presto a trovarmi....

Si legò il fazzoletto sotto il mento e trasportata da un gruppo di donne che la baciavano ridendo e piangendo, uscì nella strada e montò agilmente sullo schienale di una sedia donde balzò sulla groppa del cavallo di Zuampredu.

— Stai bene, Columba? — egli le chiese, col viso sull’omero. — Accomodati bene le sottane intorno alle gambe.

— Bene, bene, addio, conservatevi; Banna, addio; chiudi il portone....

Le donne le accomodarono le sottane intorno alle gambe; ella passò il braccio intorno alla vita dello sposo, e il cavallo impaziente di mettersi a capo dei compagni si mosse attraverso la gente che si scostava.

Un visetto bruno, due grandi occhi scintillanti di curiosità apparvero a Columba, quasi sotto ai suoi piedi: era Pretu seduto sulle pietre del mendicante. Egli le fece un cenno di addio con la mano: ella rispose con uno sguardo disperato, e gli occhi le si riempirono di lagrime;