Pagina:Deledda - Elias Portolu, Milano, 1920.djvu/25

Da Wikisource.

— 19 —

imprecazione, non una cattiva parola. Chi l’avrebbe creduto che appunto lui mi avrebbe fatto versar tante lagrime?

— Basta, ora è tutto passato: ora i tuoi figli sembrano davvero dei colombi, come dice Berte tuo marito. Basta che fra loro regni sempre la concordia, l’amore....

— Ah, per questo non c’è pericolo, che tu sia benedetta! — disse zia Annedda sorridendo.


*


Dopo cena zia Annedda potè finalmente trovarsi sola con Elias, seduti entrambi al fresco nel cortile. Il portone era aperto, il viottolo deserto: sembrava una notte d’estate, silenziosa, col cielo diafano fiorito di stelle purissime.

Dietro gli orti, dietro lo stradale, in lontananza, si sentiva uno scampanio argentino di pecore al pascolo; veniva nell’aria un aspro profumo d’erba fresca. Elias respirava quel profumo, quell’aria pura, con le narici dilatate, con un istinto di voluttà selvaggia: sentiva il sangue scorrer caldo nelle vene, e il capo oppresso da un piacevole peso. Aveva bevuto e si sentiva felice.