Pagina:Deledda - Il vecchio della montagna, 1920.djvu/310

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egli, avendo incontrato un nostro parente, gli disse dove mi trovavo. Infatti verso l’alba mi fu mandato un altro cavallo, e così potei raggiungere un paese, dove stetti nascosta tre mesi in casa d’un nostro amico.
(Mentre zia Daniela racconta, rientra zia Sabina, con un vassoio con tazze e bottiglie. Zio Rajmondo guarda la padrona e fa vivaci gesti d’ammirazione).

Zia Sabina. Di là i giovani continuano a cantare; sembrano galli a mezzanotte.

Il Cavaliere. Zia Daniela, ma non aveste voi mai paura?

Zia Daniela. Il Signore Iddio lo sa: la natura umana è fragile, specialmente in una donna.

Zio Rajmondo. Ma voi non siete una donna!

Zia Sabina. È dunque un uomo?

Zio Rajmondo. Ricordate, padrona mìa, la notte in cui io venni dall’amico che vi ricoverava, e vi dissi che il «nemico» aveva sgarrettato tutte le vostre vacche, e che Maria moriva d’angina? Voi vi buttaste per terra, copriste di cenere i vostri capelli; poi d’un subito