Pagina:Deledda - Il vecchio della montagna, 1920.djvu/92

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te profumo umido del bosco sentiva ancora il gusto della menta. E una fiamma di passione gli ardeva negli occhi; ma tornò di botto alla solita realtà, e dimenticò ogni altra cosa, quando nel cavo del tronco, donde sbucavano frettolose grosse termiti nere, non trovò la lepre. Si curvò a guardare di qua e di là, stupito e addolorato; frugò entro il cavo, e trovò solo un pezzo della cordicella rosicchiata. Allora cominciò a imprecare, a commentare il fatto ad alta voce, curvandosi, strisciando pancia a terra sotto le macchie, rotolando le pietre, guardando su e giù senza trovare la lepre.

— E pareva addomesticata, che il diavolo t’addomestichi, animale scellerato! Ma che l’abbiano rubata? Chi l’ha rubata? Dove sei, tu, ladro? Esci fuori che ti piglio a schiaffi e a pedate. Così si tocca la roba altrui, ladro?

Se egli dunque riusciva a rubare il cagnolino, o almeno il collare, il bimbo gialliccio dagli occhietti che sembravano due foglioline di pervinca, avrebbe provato il dispiacere che provava lui? E quell’altra cosa che aveva in tasca? La trasse fuori: era una rosa di carta, esageratamente grande e scarlatta; ne acco-