Pagina:Dell'obbedienza del cavallo.pdf/145

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Seconda. 117

Quando non dimostri difficoltà d’eseguire una tal lezione, può fargliela replicare più d’una volta a tutte due le mani, con l’avvertenza però di non farlici pigliare, con l’eccesso, avversione; e terminata che questa sia, fatteli le consuete carezze, lo metta alla volta grande con piena libertà di mano, allungando le redini quanto comporta tutta la loro estensione, e tenendo quelle della briglia con la mano sinistra, e quelle della seghetta con la mano destra, ivi lo faccia andar di passo, poi di trotto, e da questo lo faccia passare al galoppo, con l’aiuto dell’Ajutante dietro, che deve farli paura con battere il frustone in terra, a seconda del bisogno; li faccia sempre che occorre, le chiamate con la mano della briglia, sì perchè si avvezzi a sentirla e conoscerla, sì perchè le chiamate di questa sono di meno tormento di quelle della seghetta, perchè meno sottoposte al contrasto; e non si serva della mano che domina la seghetta se non in occasione di doversi prevalere del castigo; e perchè non si assuefaccia a pigliare appoggio sulla mano, siano sempre le chiamate staccate con diverse riprese, vale a dire, con ricedere la redina immediatamente dopo la tenuta, lasciando ed obbligando così il Polledro ad agir sopra di se. Terminata la lezione dall’una e l’altra mano si rimandi in stalla senza farlo montare da alcuno, fino a tanto che egli non abbia inteso la chia-


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