Pagina:Della biblioteca di monsignor Alessandro Lazzerini e del migliore suo collocamento memoria.djvu/9

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amministratori. Tralasciando quello che in tanti anni di trattative (sebbene riprese a lunghi intervalli) è stato detto, scritto, deliberato, e mai eseguito; ve ne presenterò, o Signori, gli ultimi termini.

Il Comune diceva da una parte: Gli Amministratori della Roncioniana accolgano la Lazzeriniana, e si obblighino a tenerla sempre separata. Se lo spazio non basta (e già la stessa Roncioniana ha difetto di spazio), facciano nuove costruzioni; e, per tutto compenso, ricevano 2800 lire su’ capitali della nuova Biblioteca. Con un assegno annuo di L. 319. 20 (lire 380 toscane) ricompensino il Bibliotecario o il suo aiuto, e comprino libri: ma anche per questa somma compilino ogni anno un bilancio, e il Comune l’approvi; o sia poi padrone il Comune stesso di proporre una lista di libri da acquistarsi nell’annata.

A tali proposte (che si sarebbero potute fare solamente quando la Roncioniana fosse venuta a cercare del Comune, e a raccomandarsegli per ottenere la Lazzeriniana) i Rappresentanti dell’eredità Roncioni contrapponevano queste: Il Comune ci lasci liberi sul modo di conservare i libri del Lazzerini: ov’entrino negli scaffali che ora sono in piedi e nella sala esistente, noi gli terremo lì: quando mancherà spazio, lo troveremo. I volumi Lazzeriniani abbiano un’etichetta particolare che gli distingua dai Roncioniani; un’epigrafe faccia memoria delle benemerenze di monsignor Lazzerini, come già un’altra ricorda il legato del conte Casotti. Si accettano le 2800 lire, e la dotazione proposta: quelle per le spese eventuali, questa per ricompensare e per aumentare; ma liberamente, seuz’obbligo mai di renderne conto a nes-