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persona che aveva scarpe e calze. Tremò di paura, si accostò ad altro albero, e gli avvenne lo stesso. Chiamò allora forte don Chisciotte, gridando: — Aiuto!„ Accorse il padrone, e chiese che cosa mai fosse successo, e da che procedesse sì grande paura. Rispose Sancio che quegli alberi erano pieni di gambe e di piedi umani. Don Chisciotte tastò, si accorse subito di quello che poteva essere, e disse a Sancio: — Non è cosa da aver paura: i piedi e le gambe che tu tocchi e non vedi, sono di fuorusciti e assassini; chè quando la giustizia li ha nelle mani, li fa appendere qua a venti, a trenta per volta: ed ora congetturo da questo che noi siamo già arrivati presso a Barcellona;„ e così era per l’appunto. La notte passò frattanto, e all’apparire del giorno videro quei grappoli sugli alberi, e si confermarono sempre meglio ch’erano corpi di malfattori. Avanzava il giorno, e se i morti avevano dato occasione di spavento, vennero i vivi ad accrescerlo; perchè don Chisciotte e Sancio si trovarono contornati da quaranta banditi che all’improvviso li assalirono, e dissero in catalano che non si movessero un passo solo sino a tanto che non arrivasse il loro capo. Trovavasi allora don Chisciotte col cavallo senza briglia e colla lancia appoggiata ad un albero, in somma senza alcuna difesa; ond’è che giudicò savio partito d’incrocicchiare le mani e di abbassare la testa, riserbandosi a tempi e congiunture migliori. I