Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/139

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Parte I. Cap. IV. 117

forti i santi con l’asprezza sua, quando li tocca, e stringe. La Carne si nutrisce di cose delicate e molli; l’anima d’aspre, e dure. Quella si pasce di diletti; questa di d’amarezze; Et indi lo spirito perpetuamente muore, onde la carne per poco tempo delicatamente vive.

Ma lasciami, di grazia, quì rispondere alle tue obiettioncelle. Tù dici, che ’l dolore è una dura cosa; mà io con ragione ti rispondo, che anzi tu sei troppo delicato, e molle. Pochi sono quei, che hanno potuto sopportare i dolori. ℞. E noi siamo di quei pochi. Mà la nostra natura è debole, e fiacca. ℞. Non infamare la natura, perche ella ci fece forti. E chi è colui, che non fugga il dolore? ℞. Anzi egli segue chi fugge. Se ’l dolore è poco, sopportiamolo; la patienza ancora è poca; se è grave, sopportiamolo ancora; perche non è po-