Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/825

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Parte III. Cap. VI. 799

habbi fatto tanto profitto, che ti basti a passar di virtù un sonator di piva? E postosi subito in viaggio se n’andò a trovar costui, e trovato che l’hebbe cominciò con ogni diligenza a interrogarlo, che sorte di vita ei facesse, e a quali virtù particolarmente attendesse? Ma egli mettendosi a ridere a una dimanda così seria, e cominciando da capo a confessar quello ch’egli era. Io gli disse, fui prima un ladro; e adesso son un sonator di piva. Del resto tù mi domandi in vano delle mie virtù, perche io non nè hò nessuna, mà ne anche ne sò il nome. Pafnutio però lo stringeva con varie dimande, e l’animava a dire, se havesse fatto mai qualche opra buona, etiandio mentre ch’era ladro. A cui egli rivolto disse: O come sei fastidioso! Tù t’affatichi indarno, perche la mia conscienza è assai sterile, e mi diedi sempre