Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/827

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Parte III. Cap. VI. 801

ri per servi in pagamento. Et essendo ancor’io cercata per questo medesimo, me ne son fuggita quà tutta piena di miserie, e morta di fame, non havendo chi mi dia nè aiuto, nè consiglio. Sentite queste cose, diceva il sonatore, havendo pietà d’una disgratia così grande, e pensando che ciò fusse la volontà di Dio, menai la donna, che per la fame a pena si poteva più muovere, alla nostra spelonca; dove col mangiare un poco ricuperò lo spirito, che stava per uscirle dal corpo. E perche sapeva benissimo, che Dio era un ricco Signore; rimenai alla Città quella donna, e le diedi dinari, che bastarono per liberare, e i suoi figliuoli, e il marito. Ma tù huomo da bene, non mi stare a dimandare più niente. Questa è la somma di tutte le mie virtù; e se tù vuoi, io ti dirò più facilmente i miei vitij, che le mie virtù. Qui-