Pagina:Drigo - La Fortuna, Milano, Treves, 1913.djvu/213

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l'anima di lei perdutamente in un lungo bacio profondo.

Le due figure avvinte lentamente si sciolgono, rientrano.... la luce si spegne. Sul giardinetto addormentato non brillano più che le stelle, non veglia più che il vecchio, che ha veduto, che sa.

Ed ella si lascia baciare.... e Cici non chiama più la sua mamma.

Cici riposa ormai sereno sul poggio di Sant'Anna; è in buona compagnia: stretto fra la nonna Paolina, e la zia Elena, ascolta le storie di guerra che gli racconta lo zio Carlo, e reclina il visetto ardito sul petto dello zio Fausto. Nonno Valerio gli tiene la manina....

Cici non chiama più la sua mamma.

Un velo di lagrime annebbia i poveri occhi del servo, un impeto di gioia scuote il suo vecchio cuore fedele. Rabbrividiscono di dolcezza gli oleandri al soffio dell'eterna canzone. Dicono le ombre:

— «Vecchio, non tremar più! Ella è salva, se le resta l'amore!...»

Pochi giorni appresso, quando gli sposi annunciano che partono, che tornano a Roma, Battista non è sorpreso, non è afflitto, non domanda; ma li aiuta nei preparativi, e canticchia, e sgambetta per la casa affaccendato ed ilare come se vent'anni fossero discesi dalle sue spalle.

E quando essi se ne vanno, li accompagna alla stazione con un grosso mazzo di rose muscose