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28 EDIPO COLONEO

Nè la vista soffrir nè la dolente
Storia di sue involontarie colpe
Ascoltar tollerate, almen vi prenda
Di me infelice vergine pietate
Di me, che sol pel mio padre vi prego,
E miro voi con non spente pupille,5
Quasi io mi fussi pur del vostro sangue,
Onde vi piaccia avere alcun riguardo
Per questo sventurato. In voi ripongo,
Come in braccio d’un Nume, ogni fidanza.
Deh! mie preci appagate, e a noi cortesi
Concedete un favor, che mal disposti
A concedermi siete. Io vi scongiuro
Per quante cose son più al mondo care,
Per gli averi, pe’ figli, per le spose,
E per gli Eterni dei: chi ben ragiona
Sa che nissun mortale al suo destino
Sottrar si può, se a lui fa un Nume forza.
coro.
Figlia di Edipo, sappilo, te noi