Pagina:Fisiologia del matrimonio.djvu/28

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gno. Fin qui nessun geometra ha osato toccare le linee della longitudine, sul mare coniugale. I vecchi mariti hanno avuto vergogna d’indicare i banchi di sabbia, gli scogli, i frangenti, i monsoni e le correnti che hanno distrutte le loro barche, tanto si sentivano umiliati dai loro naufragi. Mancava una guida, una bussola ai pellegrini ammogliati... e quest’opera è destinata a servir loro come tale.

Senza parlare dei droghieri, dei mercanti di panno, esiste tanta gente che è troppo occupata per perdere il tempo nel cercare le segrete ragioni che fanno agir le donne, sì da farci parere un’opera di carità il classificare ad essi per titoli e capitoli tutte le situazioni segrete del matrimonio. Una buona tavola delle materie permetterà a queste persone di porre il dito sui moti del cuore delle loro mogli, come la tavola dei logaritmi mostra loro il prodotto d’una moltiplicazione.

Ebbene, che ve ne pare? Non è forse un’impresa nuova e alla quale ogni filosofo ha rinunziato, il mostrare in qual modo si può impedire ad una donna d’ingannare suo marito? Non è la commedia delle commedie? Non è forse un altro speculum vitæ humanæ? Non si tratta più di quelle quistioni oziose delle quali abbiamo fatto giustizia nella presente Meditazione. Oggi in morale, come nelle scienze esatte, il secolo chiede dei fatti, delle osservazioni. E noi ne portiamo.

Cominciamo dunque dall’esaminare il vero stato delle cose, per analizzare le forze d’ogni partito. Prima di armare il nostro immaginario campione, calcoliamo il numero dei suoi nemici, e contiamo i cosacchi che vogliono invader la sua piccola patria.

S’imbarchi chi vuole con noi; riderà chi lo potrà. Levate l’àncora, issate le vele! Voi sapete da qual piccolo punto tondo partite. È un gran vantaggio che abbiamo sopra parecchi libri.

Quanto alla nostra fantasia di rider piangendo e di pianger ridendo, come il divino Rabelais beveva mangiando e mangiava bevendo; quanto alla nostra mania di mettere Eraclito e Democrito nella medesima pagina, di non aver nè stile, nè premeditazione di frase... se qualcuno dell’equipaggio ne mormora!... fuori della tolda i vecchi cervelli a eiaatta, i classici in maglia, i romantici nel lenzuolo, e voga la galera!

Tutta quella gente ci rimprovera forse di assomigliare a coloro che dicono con aria gioviale „Sto per raccontarvi una storia ohe vi farà ridere!„ Si tratta proprio di scherzare quando si parla di matrimonici Non indovinate che noi lo consideriamo come una leggera malattia a cui siamo tutti esposti, e che questo libro ne è la monografia?

— Ma voi, la vostra galera e il vostro lavoro, sembrate quei postiglioni che, partendo da una fermata, fanno scoppiettar le loro fruste perchè conducono degli inglesi. Non avrete corso al gran galoppo durante mezz ora che scenderete