Pagina:Galilei - Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze - 1638.djvu/24

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del Galileo. 15

appartarla pigliereno una materia continua, le cui parti manchino di ogni altra resistenza alla separazione fuor che di quella del Vacuo, quale à lungo è stato dimostrato in certo Trattato del nostro Accademico esser l’Acqua. Talche, qualunque volta si disponesse un cilindro d’Acqua, e che attratto si sentisse resistenza allo staccamento delle sue parti, questo da altra cagione, che dalla repugnanza al Vacuo non potrebbe riconoscersi. Per far poi una tale esperienza mi son immaginato un’artifizio, il quale con l’aiuto di un poco di disegno, meglio che con semplici parole, potrò dichiarare. Figuro questo cabd essere il profilo di un Cilindro di metallo, ò di vetro, che sarebbe meglio voto dentro, mà giustissimamente tornito, nel cui concavo entri con esquisitissimo contatto un Cilindro di legno, il cui profilo noto eghf, il qual Cilindro si possa spignere in su e ’n giù: e questo voglio, che sia bucato nel mezzo, si che vi passi un filo di ferro, oncinato nell’estremità k, e l’altro capo i vadia ingrossandosi in forma di Cono, ò turbine, facendo che il foro fatto nel legno sia nella parte di sopra esso ancora incavato in forma di Conica superficie aggiustata puntualmente per ricevere la Conica estremità i del Ferro ik, qualunque volta si tiri giù dalla parte k. Inserto il legno, ò vogliamolo chiamar Zaffo, eh nel cavo Cilindro ad, non voglio, ch’arrivi sino alla superior superficie di esso Cilindro, mà che resti lontano due, ò tre dita: e tale spazio deve esser ripieno di Acqua, la quale vi si metterà tenendo il vaso con la bocca cd all’in sù, e calcandovi sopra il Zaffo eh col tenere il turbine i remoto alquanto dal cavo del legno per lasciar l’esito all’aria, che nel calcare il Zaffo se n’uscirà per il foro del legno, che perciò si fà alquanto più largo della grossezza dell’asticciuola di ferro ik. Dato l’esito all’aria, e ritirato il ferro, che


ben