Pagina:Garibaldi - I Mille.djvu/28

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anche col diavolo» vale ben quello dei moderni predicatori di principii che millantano il titolo di partito d’azione, avendo passato tutta la vita in ciarle.

Quando l’avanzo dei Mille, che la falce del tempo avrà risparmiato — seduti al focolare domestico, racconteranno ai nepoti la quasi favolosa impresa a cui ebbero l’onore di partecipare — oh! essi ben ricorderanno alla gioventù attonita i gloriosi nomi che formavano l’intrepidissimo naviglio, e la santa soddisfazione provata d’esser corsi alla riscossa degli schiavi.

Vogate! Vogate! voi portate i Mille a cui si aggregheranno i milioni, il giorno in cui queste masse ingannate, capiranno esser il prete un impostore, e le monarchie un mostruoso anacronismo.

Com’eran belli, Italia, i tuoi Mille! in borghese — pugnando contro i piumati, gl’indorati sgherri — spingendoli davanti a loro come se fosse un gregge. — Belli, belli! e vario-vestiti come si trovavano nelle loro officine quando, chiamati dalla tromba del dovere! Belli, belli! erano coll’ abito ed il cappello dello studente, colla veste più modesta del muratore, del carpentiere, del fabbro1. E davanti a quella non uniformata, pochissimo disciplinata gente, fuggivano i grassi, argentati, pistagnati, spallinati venditori della coscienza.

  1. Di cuore avrei voluto aggiungere del contadino, ma non voglio alterare il vero. Questa classe robusta e laboriosa non appartiene a noi, ma al prete, col vincolo dell’ignoranza. E non v’è esempio di averne veduto uno tra i volontari. Essi servono, ma per forza, e sono i più efficaci istrumenti del dispotismo e del clero.