Pagina:Garibaldi - I Mille.djvu/29

Da Wikisource.

i mille 5


Belli i tuoi Mille, Italia! Essi rappresentavano il tuo esercito dell’avvenire. Non più mille allora, ma milioni, ripeto — ed allora? Allora spariranno dalla tua terra, bella infelice! i boriosi tuoi dominatori — e con loro chi infamemente speculava sulle tue miserie e le tue vergogne!

I Mille, ricordatelo, giovani Italiani, devono essere sostituiti dal Milione, e dieci eserciti indorati fuggiranno davanti a voi, come fumo spinto dal vento!...

Allora il frutto del vostro sudore sarà vostro. — Tutte quelle benedizioni di cui vi fu prodiga natura, saranno vostre, ed allora la vergine a cui avete consacrato un amore italiano — caldo come le lave dei vostri vulcani — la vergine a cui avete consacrato una vita intemerata, sarà vostra — e vostra pura dal contatto appestato d’uno sgherro.

Ma non fate i sordi il giorno della chiamata, e ricordatevi, che per esser pochi molte generose imprese furono fallite!

Mentre il sacro suolo ove nasceste è calpestato dal soldato straniero, accorrete — ed accorrete qualunque sia lo squillo di tromba che vi chiami — sia esso dell’Esercito Italiano o dei Volontarii — basta ch’essi si trovino alle mani contro l’oppressore. Non ascoltate, come a Mentana, la voce di certi traditori che fecero defezionare migliaia di giovani col pretesto di tornare a casa a proclamare la Repubblica ed innalzar barricate.