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590Sovente ancor dai sotterranei tetti
Per calle angusto la formica estrae,
E a più sicuro asil l’ova trasporta.
Col doppio corno colorato beve
L’Iride il mare; e al ritornar dei paschi
595Strepita in aria dibattendo l’ali
Nero gracchiante esercito di corvi.
Varii innoltre vedrai marini augelli,
O i bianchi cigni del Caistro in riva
Errare a nuoto, e diguazzando a gara
600Spruzzarsi il dorso, ed or sott’acqua il capo
Tuffare alterni, or rompere veloci
L’onda col petto, e per desio di pioggia
Agitar l’ali, e festeggiar coi gridi.
A lenti passi in su l’asciutta arena
605Sola vagando la cornacchia anch’essa
Chiama con roca voce il nembo acquoso.
E sicuro presagio hanno di pioggia
Nel notturno lavor le ancelle ancora,
Quando scoppiar ne la lucerna accesa
610Veggon la fiamma tremula, e fumanti
Crescervi in mezzo gli oleosi funghi.

     Nè certi men dopo la pioggia avrai
Indicii a presagir asciutti giorni,
E lo stabil seren. Più pure allora