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222 LA GERUSALEMME

XLIV.


     Si scommette la mole, e ricompone
Con sottili giunture in un congiunta:
E la trave che testa ha di montone
348Dall’ime parti sue cozzando spunta.
Lancia dal mezzo un ponte: e spesso il pone
Sull’opposta muraglia a prima giunta:
E fuor da lei su per la cima n’esce
352Torre minor, che in suso è spinta, e cresce.

XLV.


     Per le facili vie destra e corrente
Sovra ben cento sue volubil rote,
Gravida d’arme, e gravida di gente
356Senza molta fatica ella gir puote.
Stanno le schiere in rimirando intente
La prestezza de’ fabbri, e l’arti ignote.
E due torri in quel punto anco son fatte,
360Della prima ad immagine ritratte.

XLVI.


     Ma non eran frattanto ai Saracini
L’opre, ch’ivi si fean, del tutto ascoste;
Perchè nell’alte mura ai più vicini
364Lochi le guardie ad ispiar son poste.
Questi gran salmeríe d’orni e di pini
Vedean dal bosco esser condotte all’oste:
E machine vedean; ma non appieno
368Riconoscer la forma indi potieno.