Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano III.djvu/310

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304 storia della decadenza

acquistaron la forza, ed in ultimo anche la forma di assoluti editti, egli fu considerato come un rappresentante della potestà legislativa, come l’oracolo del Consiglio, e come l’original sorgente della civile giurisprudenza. Egli era qualche volta invitato a prender posto nella suprema giudicatura del concistoro Imperiale, co’ Prefetti del Pretorio e col Maestro degli Uffizi, e gli era spesso.richiesta la soluzione de’ dubbi de’ Giudici inferiori; ma siccome non era aggravato da una gran quantità di affari subordinati alla sua carica, egli impiegava i suoi talenti ed il suo ozio a coltivare quel maestoso stile d’eloquenza, che nella corruzione della lingua e del gusto conserva sempre la dignità delle leggi Romane1. Potrebbe in qualche maniera paragonarsi l’ufficio del Questore Imperiale con quello del Cancelliere moderno, ma l’uso del gran sigillo, che sembra essere stato introdotto da’ Barbari ignoranti, non fu mai usato per convalidare i pubblici atti dell’Imperatore. 4. Al Tesorier generale delle entrate pubbliche fu dato il titolo straordinario di Conte delle sacre largizioni, forse per indicare che ogni pagamento nasceva dalla volontaria bontà del Monar-

    cta conscriberet, orationesque in senatu recitaret, etiam Quaestoris vice. Sueton. in Tit. c. 6. Quest’uffizio dovè acquistare anche maggior dignità per essere accidentalmente stato esercitato dal presuntivo erede dell’Impero. Traiano affidò la medesima cura ad Adriano suo Questore e Cugino. Vedi Dodwell Praelect. Cambden. X. XI. pag. 362, 394.

  1. ... Terris edicta daturus
    Supplicibus responsa... Oracula regis
    Eloquio crevere tuo; nec dignius unquam
    Majestas meminit sese Romana locutam.

    Claudian. in Cons. Mall. Theod. 33. Vedi ancora Simmaco Epist. I 17, e Cassiodoro Var, VI. 5.