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306 storia della decadenza

nelle industriose Province dell’Oriente1. 5. Oltre le pubbliche rendite, che un assoluto Monarca poteva esigere e spendere a suo piacere, gl’Imperatori, in qualità di opulenti cittadini, avevano un patrimonio molto esteso, ch’era amministrato dal Conte, o Tesoriere del dominio privato. Una parte di questo formavasi forse dagli antichi beni patrimoniali dei Re e delle Repubbliche; un’altra da quelli delle famiglie, che furon successivamente innalzate alla porpora; ma la parte più considerabile d’esso proveniva dall’impura sorgente delle confiscazioni. Il patrimonio Imperiale era sparso per le Province, dalla Mauritania fino alla Britannia; il ricco però e fertil terreno della Cappadocia indusse il Monarca a stabilire le sue più belle tenute in quella regione2, e Costantino, oppure i suoi successori, presero l’opportunità di giustificar la loro avarizia collo zelo di religione. Soppressero eglino il ricco tempio di Comana, dove il sommo Sacerdote della Dea della guerra sosteneva la dignità di sovrano; ed applicarono al privato lor uso le terre sacre, abitate da seimila sudditi o schiavi della Dea e suoi ministri3. Ma

  1. Ne’ dipartimenti de’ due Conti del Tesoro, la parte Orientale della Notizia è molto mancante. Egli è da osservarsi, che si trovava una cassa pubblica in Londra, ed un Gineceo, o manifattura in Winchester. Ma la Britannia non era creduta degna nè d’una zecca, nè d’un arsenale. La sola Gallia ne aveva tre delle prime ed otto de’ secondi.
  2. Cod. Theodos. l. VI. Tit. XXX. leg. 2 e Gotofredo Ib.
  3. Strab. Geogr. l. XII. p. 809. L’altro Tempio di Comana in Ponto era una colonia di quello della Cappadocia l. XII p. 825. Il Presidente di Brosses (Vedi il suo Salust. Tom. II. p. 21) congettura, che la Divinità adorata nelle due Comane fosse Beltis, la Venere d’Oriente o la Dea della generazione; ente ben diverso in vero dalla Dea della guerra.