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344 storia della decadenza


Per la morte di Crispo parve che l’Impero fosse devoluto a’ tre figli di Fausta, de’ quali già è stata fatta menzione sotto i nomi di Costantino, di Costanzo e di Costante. Questi Principi furono, l’uno dopo l’altro, investiti del titolo di Cesari; e le date della lor promozione si posson riferire al decimo, al ventesimo ed al trentesimo anno del regno del loro padre1. Questa condotta, sebbene tendesse a moltiplicare i futuri padroni del Mondo Romano, sarebbe scusabile per la parzialità dell’affetto paterno; ma non son così facili a intendersi le ragioni dell’Imperatore, allorchè pose a rischio la sicurezza sì della sua famiglia che del suo popolo, con elevar senza necessità i due suoi nipoti Dalmazio ed Annibaliano. Il primo fu innalzato, mediante il titolo di Cesare, ad essere uguale a’ cugini; in favor dell’altro Costantino inventò il nuovo o singolar titolo di Nobilissimo2, al quale unì la lusinghiera distinzione d’una veste di porpora e d’oro. Ma in tutta la serie de’ Principi Romani di qualunque tempo dell’Impero, il solo Annibaliano fu distinto col titolo di Re; nome, che i sud-

    Sunt haec gemmea, sed Neroniana.
    Sidon. Apollinar. V. 8.

    Egli è un poco singolare, che questi satirici versi fossero attribuiti nom ad un oscuro compositor di libelli, o ad un disgustato patriotta, ma ad Ablavio primo ministro e favorito dell’Imperatore. Noi possiamo adesso conoscere, che le imprecazioni del popolo Romano eran dettate dall’umanità non meno che dalla superstizione. Zosim. t. II. p. 105.

  1. Euseb. Orat. in Constant. c. 3. Queste date son corrette abbastanza da giustificar l’Oratore.
  2. Zosim. l. II. p. 117. Sotto i predecessori di Costantino Nobilissimus era un epiteto indeterminato piuttosto che un fisso e legittimo titolo.