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396 storia della decadenza

fare alcun’azione degna di gloria1. Ma gli Eunuchi erano esperti nelle arti dell’adulazione e dell’intrigo, e governavan l’animo di Costanzo, alternativamente servendosi de’ timori, dell’indolenza e della vanità del medesimo2. Mentr’egli mirava in un ingannevole specchio la bella apparenza della pubblica prosperità, con supina indolenza permetteva loro, che gli celassero le querele delle maltrattate Province; che accumulassero immense ricchezze con vendere la giustizia e gli onori; che infamassero le dignità più importanti colla promozione di quelli, che dalle lor mani aveano comprata la facoltà dell’oppressione3; e che soddi-

  1. Senofonte (Cyropaed. l. VIII. p. 540) ha esposte le speciose ragioni, che impegnaron Ciro ad affidare la propria persona alla custodia degli Eunuchi. Aveva egli osservato negli animali, che sebbene l’uso della castrazione potesse addolcire la loro non governabil fierezza, non ne diminuiva però la forza e lo spirito, e si persuadeva, che uomini separati dal resto della specie umana, sarebbero più fortemente attaccati alla persona del loro benefattore. Ma una lunga esperienza ha contraddetto al giudizio di Ciro. Può incontrarsi qualche particolar esempio di Eunuchi, distinti per la fedeltà, pel valore, e l’abilità loro; ma se esaminiamo l’istoria in genere della Persia, dell’India e della China, troveremo che la potenza degli Eunuchi ha uniformemente indicato la decadenza e la caduta di ogni dinastia.
  2. Vedi Ammiano Marcellino l. XXI. c. 16, l. XXII. c. 4. Tutta la serie dell’imparziale sua storia serve a giustificar le invettive di Mammertino, di Libanio, e di Giuliano medesimo, che hanno insultato i vizi della Corte di Costanzo.
  3. Aurelio Vittore censura la negligenza del suo Sovrano in eleggere i Governatori delle Province e i Generali dell’esercito; e termina la sua storia coll’ardita osservazione, ch’è assai più pericoloso in un regno debole d’attaccare i ministri, che non lo stesso Monarca: uti verum absolvam brevi,