Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano III.djvu/435

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dell'impero romano cap. xix. 429

eminenza la pianura d’Assiria, per quanto stendevasi l’orizzonte, coperta di uomini, d’armi, e di cavalli. Alla testa di essi compariva Sapore, cospicuo per lo splendore della sua porpora. Alla sinistra di lui, che fra gli Orientali è il posto più onorato, Grumbate Re de’ Chioniti dimostrava il vigoroso portamento d’un provetto e famoso guerriero. Il corrispondente posto dall’altra parte s’era dal Monarca riserbato pel Re degli Albanesi, che conduceva le sue Tribù indipendenti da’ lidi del mar Caspio. I Satrapi ed i Generali eran distribuiti secondo i diversi loro gradi, e tutta l’armata, oltre il numeroso treno del lusso Orientale, consisteva in più di centomila combattenti, indurati alla fatica e scelti fra le più valorose nazioni dell’Asia. Il disertore di Roma, che in certo modo dirigeva i consigli di Sapore, l’aveva prudentemente avvisato, che in luogo di consumar la state in tediosi e difficili assedi, marciasse direttamente verso l’Eufrate, e senza indugio cercasse d’impadronirsi della debole e ricca Metropoli della Siria. Ma i Persiani, appena si furono un poco avanzati nelle pianure della Mesopotamia, che videro essersi usata qualunque precauzione che ritardar potesse i loro progressi, e sconcertarne i disegni. Gli abitanti co’ loro bestiami s’erano assicurati ne’ luoghi forti, s’erano incendiate per tutto il paese le biade non anche mature, e fortificati con acuti pali i guadi del fiume; sugli opposti lidi eransi piantate delle macchine militari, ed una opportuna piena dell’Eufrate spaventò i Barbari dal tentare il solito passo del ponte di Tapsaco. Allora la perita loro guida, mutato il disegno delle operazioni, condusse l’esercito per un lungo circuito, ma per un fertile territorio verso la sorgente dell’Eufrate, dove il na-