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112 storia della decadenza

polosa avarizia misuravano gli omaggi per la Vergine Maria, dalla superstizione de’ Latini elevata quasi al grado d’una Dea1. Quando la prima volta fu presentata la sua immagine ai Discepoli di S. Tommaso, sdegnosamente2 esclamarono: „Noi siam Cristiani e non idolatri!„ e la lor divozione più semplice si tenne alla venerazion della Croce. Segregati dall’Occidente, essi ignoravano, fra i migliora-

  1. Essendo stato deciso dai Concilii interpreti legittimi dell’Antico, e del Nuovo Testamento, che (come abbiamo veduto) Gesù Cristo Verbo umanizzato dalla stessa sostanza di Dio Padre, era nato dalla Vergine Maria per opera non d’uomo, ma dello Spirito Santo, terza persona della Santissima Trinità, e venendo da ciò chiaramente, che Maria era Madre di Dio, non furono superstiziosi i Latini, ossia i Cristiani d’Occidente, siccome non lo sono oggidì tutti i Cattolici, se prestarono, e prestano un Culto distinto a questa Vergine maravigliosa, che essendo stata il mezzo misterioso onde comparve in questa Terra la seconda Persona della Santissima Trinità, il Verbo fatto uomo, il Salvatore de’ credenti, era da considerarsi, siccome esclama con santo metaforico entusiasmo la Chiesa, felix Coeli porta. Il Culto dalla Vergine Maria non è dunque un atto superstizioso; è superstizioso quell’atto che non è stabilito ed approvato dai Concilii, cioè dalla Chiesa. È poi inconvenientissima, per lo meno, l’espressione dell’Autore, elevata quasi al grado di una Dea: questo nome Dea è proprio dalla religione politeistica, e non della Cristiana, e l’usarlo può far correre nel pericolo di avvicinare le due idee disgiuntissime di una Dea, e di Maria: bisogna usare molta circospezione nell’adoperar termini non determinati, o ricevuti dai Concilii, e da’ S. S. Padri, cioè dalla Chiesa. (Nota di N. N.).
  2. Non è idolatria il culto che i Cattolici prestano alle immagini di Cristo, di Maria, e dei Santi: vedi la nostra lunga nota, di sopra. (Nota di N. N.).