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128 storia della decadenza

dettero, Eulogio1 e Giovanni2, s’adoperarono a convertire gli eretici con armi ed argomenti più degni del loro evangelico ministero. Eulogio pose in mostra il suo sapere teologico in molti volumi, che esageravano gli errori di Eutiche e di Severo, e cercavano di conciliare le asserzioni equivoche di San Cirillo, del Simbolo ortodosso di Papa Leone e de’ Padri del Concilio calcedonese. [A. D. 606] Mosso da superstizione, da beneficenza, o da politica si segnalò Giovanni il Limosiniere con una munificenza caritatevole; manteneva a sue spese settemila e cinquecento poveri; trovò, quando fu eletto, sedicimila marchi d’oro nell’erario della Chiesa; n’ebbe ventimila dalla generosità dei fedeli; eppure potè vantarsi nel testamento di non lasciar più d’un terzo della più picciola moneta d’argento. Le Chiese d’Alessandria furon consegnate ai Cattolici; fu proscritta la religion dei Monofisiti in Egitto, e fu pubblicata

  1. Eulogio, ch’era stato monaco in Antiochia, valeva più nelle sottigliezze che nell’eloquenza. Egli vuol provare, che non si dee porre opera a riconciliare i nemici della Fede i Gaianiti e i Teodosiani; che la stessa proposizione può essere ortodossa in bocca di S. Cirillo ed ereticale in quella di Severo; che sono ugualmente vere le asserzioni contraddittorie di Leone. Non sussistono più i suoi scritti, se non se negli estratti di Fozio, che li avea letti attentamente, e con piacere. Cod. CCVIII, CCXXV, CCXXVI, CCXXVII, CCXXX, CCLXXX.
  2. Vedi la vita di Giovanni il Limosiniere scritta da Leonzio, vescovo di Napoli in Cipro, suo contemporaneo, il testo greco del quale, o perduto, o nascosto, si trova in parte nella version latina di Baronio (A. D. 610 n. 9, A. D. 620 n. 8). Il Pagi (Critica t. II, p. 763), e il Fabricio (l. V, c. 11, t. VII, p. 454), han fatto varie osservazioni critiche.