Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano V.djvu/113

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dell'impero romano cap. xxv. 109

dolersi della morte del loro Re, affermarono con solenni giuramenti, che l’ultima invasione era solo imputabile ad alcuni sregolati ladroni, dal consiglio pubblico della nazione condannati ed abborriti. La risposta dell’Imperatore lasciò ad essi ben poca speranza di clemenza o di pietà. Egli rinfacciò loro, col più intemperante linguaggio, la lor viltà, ingratitudine ed insolenza. Gli occhi, la voce, il colore, i gesti esprimevano la violenza dello sfrenato furore di lui. Mentre tutto il suo aspetto era agitato da una passion convulsiva, un grosso vaso sanguigno ad un tratto gli si ruppe nel petto; e Valentiniano cadde senza parola nelle braccia dei suoi famigliari. Essi ebbero immediatamente la cura di nasconder la sua situazione alla moltitudine: ma in pochi minuti l’Imperator d’Occidente spirò in un’agonia dolorosa, ritenendo fino all’ultimo i suoi sentimenti, e cercando inutilmente di esprimere le sue intenzioni ai Generali e Ministri che circondavano il reale suo letto. Valentiniano aveva circa cinquantaquattro anni; e non mancavano che cento giorni a compire i dodici anni del suo regno1.

[A. D. 375] Un istorico Ecclesiastico attesta seriamente la poligamia di Valentiniano2. „L’Imperatrice Severa

  1. Vedasi quanto alla morte di Valentiniano, Ammiano (XXX. 6), Zosimo (l. IV. p. 221), Vittore (in Epitom.), Socrate (l. IV. c. 31) e Girolamo (in Chron. p. 187, e Tom. I. p. 26 ad Heliodor.). Fra loro si trova gran varietà di circostanze; ed Ammiano è tanto eloquente che scrive senza alcun senso.
  2. Socrate (l. IV. c. 31) è l’unico testimone originale di questa stolta istoria, sì repugnante alle leggi ed ai costumi de’ Romani, che appena merita la formale ed elaborata dis-