Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VII.djvu/430

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424 storia della decadenza

lore; ma risparmiate gli abitanti: essi son Cristiani, son supplichevoli, e son ora vostri concittadini. Restituite i figli a’ loro Genitori; le mogli a’ loro mariti; e dimostrate loro, mediante la vostra generosità di quali amici hann’ostinatamente privato se stessi„. La Città fu salvata per la virtù, e per l’autorità del suo Conquistatore1; e quando i Napoletani tornarono alle loro case, trovarono qualche sollievo nel segreto godimento de’ nascosti loro tesori. La guarnigione Barbara s’arruolò al servizio dell’Imperatore; la Puglia e la Calabria, liberate dall’odiosa presenza de’ Goti, riconobbero il suo dominio; e L’Istorico di Belisario curiosamente descrive le zanne del Cignale Calidonio, che tuttavia si mostravano a Benevento2.

[A. 536-540] I Soldati e Cittadini fedeli di Napoli avevano indarno aspettato d’esser liberati da un Principe, che restò inoperoso, e quasi indifferente spettatore della loro rovina. Teodato si assicurò dentro le mura di Roma, mentre la sua cavalleria si avanzò quaranta miglia sulla via Appia, e si accampò nelle paludi Pontine, le quali, mediante un canale lungo diciannove

  1. Belisario fu condannato dal Papa Silverio per la strage; egli per altro ripopolò Napoli, ed introdusse colonie di prigionieri Affricani nella Sicilia, nella Calabria, e nella Puglia (Hist. Miscell. L. XVI presso il Muratori Tom. I p. 106, 107).
  2. Benevento fu fabbricato da Diomede, Nipote di Meleagro (Cluver. Tom. II p. 1195, 1196). La caccia Calidonia è una pittura della vita selvaggia (Ovid. Metamorph. L. VIII). Trenta o quaranta eroi si collegarono contro un cignale: i bruti (non il cignale) contendevano con una donna per la testa.