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90 storia della decadenza

patriotta eccitò l’indegnazione di un Popolo libero. Un ardito assassino eseguì la loro sentenza, col troncar il capo d’Ildibaldo nel mezzo di un convito: i Rugi, tribù forestiera, assunse i privilegj dell’elezione; e Totila, nipote dell’ultimo re, fu tentato, per vendetta, di dar sè stesso e la guarnigione di Trevigi in mano ai Romani. Ma il prode e compito giovane agevolmente fu persuaso ad anteporre il trono dei Goti al servizio di Giustiniano, e tosto che il palazzo di Pavia fu purgato dall’usurpatore eletto dai Rugi, Totila ricompose la forza nazionale con cinquemila soldati e generosamente si accinse alla ristorazione del Regno d’Italia.

[A. D. 541-544] I successori di Belisario, undici Generali uguali nel grado, trascurarono di opprimere i deboli e disuniti Goti, sintanto che i progressi di Totila ed i rimproveri di Giustiniano gli scossero dal loro letargo. Le porte di Verona furono segretamente aperte ad Artabazo che entrovvi alla testa di cento Persiani che militavano al servizio dell’Impero. I Goti sgombrarono dalla città. I Generali romani fecero alto alla distanza di sessanta stadj per regolare lo spartimento delle spoglie. Mentre essi non andavano d’accordo fra loro, il nemico discoprì il numero reale dei vincitori. I Persiani furono immediatamente sopraffatti, ed Artabazo, col saltar giù dalle mura, salvò a stento la vita, ch’egli perdè pochi giorni dopo sotto la lancia di un Barbaro da lui disfidato a singolare tenzone. Venti mila Romani affrontarono le forze di Totila, presso Faenza, e sui colli di Mugello, che appartengono al territorio fiorentino. L’ardore d’uomini liberi che combattevano per ricuperar la lor patria, venne a cimento colla languida tempra di truppe mercenarie che