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234 storia della decadenza

rovine d’Eliopoli in vicinanza dell’odierna città del Cairo.

Sulla sponda occidentale del Nilo, poco lungi dalla parte orientale delle piramidi ed al mezzogiorno del Delta, la città di Menfi, che avea di circonferenza centocinquanta stadi, mostrava la magnificenza degli antichi re dell’Egitto. Sotto il regno dei Tolomei e dei Cesari era stata trasferita alla riva del mare la residenza del governo; ben presto le arti e le ricchezze d’Alessandria offuscarono l’antica capitale: divenuti deserti i palagi e i templi di Menfi andarono in rovina; ma nel secolo di Augusto, ed anche al tempo di Costantino, era annoverata fra le città più vaste e più popolose1. Le due sponde del Nilo, largo in quel sito tremila piedi, erano collegate da due ponti, l’un di sessanta battelli e l’altro di trenta, appoggiati nel mezzo della corrente all’isolotto di Ruda adorno di giardini e di case2. Nell’estremità orientale del ponte si vedeva la città di Babilonia, e il campo di una legione romana che guardava il passo del fiume

  1. Strabone, testimonio esatto ed osservatore, parlando d’Eliopoli, nota che νυνι μεν ουν εκι πανερημος η πολις ora è quella città al tutto deserta (Geographia l. XVII, p. 1158); ma parlando di Menfi dice, πολις δ’εσι μεγαλη τε κα: ευανδρος δευτερα μετ’ Αλεξανδρειαν città grande e popolosa, seconda dopo Alessandria (p. 1161). Accenna tuttavia la mescolanza d’abitatori, e la rovina dei palazzi. Ammiano ragionando dell’Egitto, propriamente detto, pone Menfi fra le quattro città, maximis urbibus quibus provincia nitet,(XXII 16), e il nome di Menfi appare illustre nell’itinerario romano, e nella lista dei vescovadi.
  2. Non si trovano che in Niebuhr, e nel geografo di Nubia (p. 98) questi ragguagli curiosi su la larghezza (duemila novecento quarantasei piedi) e sui ponti del Nilo.